martedì 24 luglio 2012

Le origini della crisi


Mentre le borse sono in subbuglio ed il famigerato spread si appresta a tornare ai livelli di Gennaio, credo sia opportuno buttare giù due righe per cercare di capire cosa sta succedendo. Di manualetti del tipo "crisis for dummies", nonché articoli e saggi in merito sul Web ce ne sono parecchi, ma volevo segnalare in particolare questo paper del prof. Alberto Bagnai dell'Università di Pescara, che svolge da ormai un anno una (IMHO) importante opera di divulgazione sul suo blog Goofynomics.
Pur non essendo un esperto della materia e non possedendo il tempo e le capacità di verificare tutte le fonti, ho trovato ben documentate le tesi del prof. Bagnai, in lievissima controtendenza rispetto alla vulgata attuale che si può riassumere (si fa per dire) leggendo le omelie domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica.
Alla base della crisi iniziata nel 2008, deflagrata con lo scandalo dei mutui subprime per approdare poi nel Vecchio Continente, secondo il professore starebbe l'accumulo di debito estero da parte dei paesi europei cosiddetti "periferici", tra cui i famosi PIIGS.
Il debito pubblico in questi paesi infatti, o meglio ancora il rapporto debito pubblico/PIL, sebbene consistente (in particolare in Italia), non è variato in maniera significativa negli ultimi 10-15 anni, mentre proprio con l'introduzione dell'Euro si è assistito ad un esplosione di debito prevalentemente privato, finanziato dai paesi centrali dell'Europa, in particolare dalla Germania.
Questo si può verificare controllando il saldo commerciale tra importazioni ed esportazioni negli ultimi anni della Germania stessa, verificando in effetti come un significativo incremento dell'export verso i paesi periferici abbia consentito, unitamente a politiche di repressione interna della domanda per mantenere le importazioni al minimo, un'espansione "mercantilista" a danno diretto dei debitori meno "virtuosi".
La moneta unica risulterebbe così un'ottima indiziata per quanto riguarda il peggioramento della bilancia commerciale dei PIIGS (a favore di quella tedesca) proprio negli anni successivi alla sua entrata in vigore.
Ora l'Euro, così come le politiche scellerate del governo Monti, fiscal compact su tutte, hanno l'effetto di un cappio al collo che si restringe, da un lato perché si gambizzano i risparmi ed i consumi privati per rinfondere il debito pubblico proprio nel momento meno opportuno e dall'altro perché non è possibile effettuare una qualsiasi politica monetaria ausiliaria, per esempio una maxi-svalutazione come quella avvenuta in Italia nel '92 (con buona pace dei terroristi).
Cosa si può fare nell'immediato? Beh, poniamo il problema ai nostri rappresentanti istituzionali eletti nella BCE e partecipiamo al dibattito. Come dite? Non ci sono eletti nella BCE? Uhm...Proviamo col governo italiano! Ah, no è vero anche lì nisba...
Appena mi viene una buona idea metto un post, non preoccupatevi.

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