sabato 8 dicembre 2012

Scusi dove si vota?


...A Destra ovvio! Quale, dite?
Ma quella che volete, cari elettori tutti Dio, Patria, Famiglia e Liberomercato! Ne abbiamo per tutti i gusti alle prossime elezioni! Nelle ultime ore impazza ovviamente il ritorno dell'evergreen che piace un po' a tutti, il Berlusca.
Del resto dopo i successi ottenuti nei suoi anni di governo, perché no? Poi è sempre un piacere vedersi le facce di Cicchitto, Gasparri, La Russa dopo un anno di tecnico grigiore.

Se invece preferite qualcosa di più rustico e quel marocchino che vi pulisce i vetri all'angolo vi è sempre stato un po' sul c**** c'è la cara vecchia Lega: adesso si che è un partito nuovo, si è liberata dai nefasti influssi di Roma ed è pronta a ripartire dalla sua base...o forse no, perché la cadrega è sempre comoda e ci piace un sacco il maiale, quindi più chi di Silvio può darci garanzie?

Se siete amanti dell'hardcore ci sono loro, i vendicatori di nero vestiti che vanno in giro di notte a picchiare i cattivi, i supereroi contro la municipale, talvolta nella municipale...Batman dite? Ma no, parlo di Forza Nuova, Casapound e compagnia bella, gente simpatica che dà a Monti dell'usuraio massone e dice che in parlamento ci vorrebbero le pistole, ma alla fine dei conti se la prende con i soliti: fascisti del terzo millennio, insomma. Ed anche del secondo, in effetti (speriamo non del quarto).

Ma lasciamo perdere i pagliacci e prendiamo quell'altra simpatica combriccola, un tempo chiamata il Terzo Polo e capitanata giustamente dal Terzo Pollo (Casini, che viene dopo i primi Alfano e Bersani).
Loro sono responsabili e democratici, lo ricordano di continuo, infatti sostengono un governo eletto da nessuno che sputa decreti per affondare l'economia del Paese da più di un anno.
Ma insomma, Monti è serio, mica come il vecchio porco cazzone cui abbiamo leccato il culo per anni, avrà ben il diritto di azzerare i diritti dei lavoratori e proseguire a far calare il PIL con le sue belle manovre recessive, no?

Io personalmente consiglio  il menù variegato ed attualmente più accreditato, la destra più destra di tutte: votate PD! Come dite, per voi è centrosinistra? Poveretti, era meglio se guardavate più cartoni e meno TG4 da piccoli: il 'profumo di sinistra' che Vendola asserisce venire da Bersani è quello che dice Vauro.
Voglio dire, dieci anni di svendita del patrimonio pubblico, guerre, conflitti d'interessi, scalate bancarie, precarietà e, last but not least, euro e davvero pensate che sia un partito di sinistra (o anche di centro)?
E l'ultimo anno gomito a gomito con lo zio Mario poi?
Massì che van bene e poi piacciono a tutti, anche Goldman Sachs vota per il PD!

Infine, ciliegina sulla torta ci sono i pivellini a 5 stelle. Si è vero sono giovinotti ed hanno ancora strani propositi, ma in fondo sulla buona strada: hanno un Capo Padrone, hanno ribrezzo della spesapubblicaimproduttivabbrutto (copyright Goofynomics) e non sono un partito a gestione aziendalista, ma un partito gestito proprio da un'azienda!

E a voi chi piace di più? Accetto consigli.

martedì 13 novembre 2012

Ombre Rosse

http://www.politica24.it/foto/primarie-pd-confronto-in-tv-tra-i-fantastici-5_239_10.html


Le immagini parlano molto più di quanto possano le parole, talvolta.
Oggi è una giornata grigia ed il paesaggio autunnale è più loquace di me, per cui non ho davvero voglia di parlare di un dibattito in TV: intanto perchè lo hanno fatto altri, bene o male, ma soprattutto perchè i fotogrammi con le facce dei Fantastici 5 appaiono come scorci di un film che so già come andrà a finire. Male.
Male perchè la 'sinistra' non esiste più da un pezzo, ma non in quel senso nostalgico per cui "al concerto del 1 Maggio ci van cani e porci", "Benigni 30 anni fa Mastella in braccio non lo pigliava", "In piazza non ci va più nessuno" e via discorrendo.
Ma nella semplice consapevolezza che, aldilà delle infinite dispute teoriche, ideologiche, culturali, morali, etiche ecc è scomparsa l'idea di comunità che dal Dopoguerra, vuoi per Storia, vuoi per culo, un po' era entrata nella zucca a tutti, anche a chi di sinistra non pensava di essere.
Hai voglia a dare poi la colpa a Bersani, Renzi, Vendola, Tabacci(?!)...
Sono solo ombre e francamente non invidio chi dovrà (se dovrà) passare al governo la prossima primavera. Hanno già dimostrato di essere soltanto in grado di peggiorare le cose e nessuno di loro ha mai avuto il fegato (ma soprattutto la faccia) per rinnegare quella orribile accozzaglia di privatizzazioni, precarizzazioni, guerre e cessioni di sovranità chiamata centrosinistra che solo un elettorato letteralmente sconvolto e rieducato ha potuto considerare davvero migliore delle ruberie e degli egoismi di un nanerottolo che faceva la parodia di un dittatore.
Certo, c'è la famosa predisposizione dell'italiano medio a sopportare ogni nefandezza della classe dirigente, ma la crisi perenne non è da prendere alla leggera e la Storia insegna che a rimetterci di più è spesso chi è seduto su scranni troppo alti al momento sbagliato.

mercoledì 31 ottobre 2012

Il Capo

giovane Capo Politico

Dopo il voto in Sicilia è comparsa una nuova figura all'orizzonte: il Capo Politico.
La locuzione è abbastanza inedita ma ha un sapore particolare, un po' come il cacio sul tonno.
Ma il Movimento 5 Stelle non era un movimento in cui "uno vale uno, non vi sono leader, organizzato dal basso, orizzontale" e chi più ne ha più ne metta?
Ah no scusate: il Capo Politico in realtà è solo un garante, controlla che non entri gente strana, come i buttafuori delle discoteche.
Certo però che come garante si dà da fare questo qui: all'indomani di una vittoria elettorale decide tutto soletto chi può e chi non può candidarsi alle prossime elezioni politiche: curioso comportamento da parte di chi qualche anno fa si lamentava di non poter partecipare alle primarie di un altro partito...
Sempre da solo poi, stila un bel codice di comportamento in cui si impongono dall'alto gli obblighi di non allearsi con alcun partito/movimento e di non partecipare a talk show: quest'ultimo suggerimento viene spiegato meglio un paio di giorni dopo con un post in cui si denuncia il grave dolo compiuto da una consigliera comunale di Bologna, Federica Salsi, colpevole di avere partecipato a Ballarò.
Orrore! Come osa? I voti si raccolgono "con fatica ai banchetti nel fine settimana", sul web e...facendosi riprendere da tutta la stampa e le televisioni nazionali con una pagliacciata da due soldi e spettacoli nelle piazze: del resto, ammettono gli stessi eletti con il M5S, che senza una campagna elettorale di questo tipo non si sarebbero raggiunte le percentuali avute nelle elezioni siciliane...
Altro che banchetti e lavoro dal basso.
Intanto il programma langue, ma il Capo promette che si potrà contribuire ad integrarlo prima delle elezioni, quando ne avrà voglia.
In bocca al lupo a tutti gli attivisti del M5S, ne avrete bisogno.

domenica 21 ottobre 2012

Il Mostro

Lo Stato italiano

Una belva feroce si aggira per l'Europa.
Un mostro peggiore di una voragine infernale o di un abisso lovecraftiano.
I Cavalieri del Mercato Chicco Testa e Michele Boldrin lo hanno smascherato. Si tratta in realtà dell'elefantiaco, opprimente, tiranno Stato italiano. Ricercato dalle autorità da anni, ne è stato dato un identikit, nella foto, ma soltanto alcuni dei suoi temibili collaboratori, come Er Batman, sono stati catturati.
Come i nostri Cavalieri annunciano, è lui la causa della crisi in italia: bisogna smantellarlo, rottamarlo, annientarlo, polverizzarlo, perché non è mai stato fatto...o no?
Citiamo alcuni esempi di marginalissime privatizzazioni/liberalizzazioni, a braccio:

-Autostrade: ora monopolio privato;
-Telecom: vedi sopra;
-SME: in attivo fino ai '90, smembrata e svenduta a pezzi a colossi alimentari quali Barilla e Nestlè;
-Assicurazioni RCA, ora tra le più care d'Europa dalla metà degli anni '90 costi più che raddoppiati;
-ENI: da sempre ha bilanci in attivo, ma dalla privatizzazione ha dimezzato il numero dei dipendenti;
-IMI, istituto di credito in attivo di oltre 400 mld di lire nel '93, privatizzato e poi fuso con la San Paolo di Torino.

Poi si potrebbero pure citare altri asset strategici (massì parliamo come i Cavalieri del Mercato) tipo Alfa Romeo, Alitalia, BCI, buona parte di Enel e molte altre partecipazioni IRI.
Per tutti questi incredibili successi bisogna ringraziare tante persone..
Culturalmente parlando l'ordine dei Cavalieri del Mercato, sempre attivo ed impegnato in operazioni simpatia, mentre politicamente si potrebbero citare la Comunità Europea, il trattato di Maastricht nonché l'ex presidente dell'IRI Prodi, l'ex ministro Andreatta, i governi (ancora) Prodi, D'Alema, Berlusconi...degni predecessori degli attuali "tecnici", tutto sommato.
La verità è che le cosiddette liberalizzazioni hanno fallito miseramente, permettendo di fare (poca) cassa e ottenendo servizi peggiori (lo si può negare?) e costi maggiori.
Solo chi ha gli occhi foderati di ideologia può pensare che affidando tutto al Dio Mercato si possa risolvere ogni problema: ma davanti alla realtà si scopre come la Concorrenza sia un'utopia persino più irraggiungibile di quella comunista.
I ladri in Parlamento (e in Senato), nelle Regioni, la questione morale e la pulizia nella politica sono sacrosante, ma economicamente parlando non sono nulla rispetto alle scelte ideologiche liberiste che sono state compiute negli ultimi 20-30 anni e che hanno contribuito a portarci alla crisi attuale.

lunedì 8 ottobre 2012

Fregnacce olimpiche


Da un po' non scrivo post, per motivi vari, il più importante dei quali è che non ne avevo voglia. Però quando leggo questa roba mi sale la bile ed è dura trattenersi.
Cominciamo col dire che, come spesso accade, quando si mente spudoratamente, si è obbligati a citare anche qualcosa di vero, sostanzialmente per manipolarlo.
Questo è ciò che fa il buon Scacciavillani sul Fatto Quotidiano, come molti altri suoi compari sui maggiori quotidiani italiani.
Cominciamo quindi con una smentita: in Grecia NON vi sono più impiegati pubblici fannulloni che in tutti i paesi dell'UE (o del mondo), anzi,  non vi sono nemmeno più impiegati pubblici (fannulloni o meno): guardate i dati OECD riportati dal prof.Bagnai di Goofynomics: la Grecia sta ben dietro ai 'virtuosi' finlandesi, olandesi, belgi e persino ai tedeschi, quando si guarda agli impiegati statali veri e propri (cosa diversa dai dipendenti di aziende pubbliche, che spesso operano comunque in regime di concorrenza).
Anche il grafico riportato dal gioioso Scacciavillosi è inesatto: la spesa primaria , ossia la spesa pubblica che dipende direttamente dall'azione dei governanti di un paese, (al netto degli interessi) è infatti rimasta nettamente inferiore a quella di altri paesi come Finlandia, Francia, Belgio, Francia e persino...Germania.
Vedete qui i dati o se preferite dal database del FMI. Ma un dubbio rimane: se il deficit pubblico è aumentato così tanto in Grecia, come illustrato dal simpatico Scacciavillici e la spesa primaria non è cresciuta sensibilmente, di chi è la colpa?
Semplice, della spesa per interesse, vedete? Non c'entrano una cippa gli stadi olimpici o gli "impiegati pubblici che votano il caporione di turno" (cit. dall'amico Scacciavillini).
Gli interessi salgono a causa della dimensione del debito, rispetto al PIL, che è per Italia e Grecia enorme da almeno 30 anni. Perchè allora la crisi scoppia negli ultimi 5 anni e non solo per noi ma per chi aveva un debito pubblico ben inferiore come Spagna ed Irlanda?
Il bravo Scacciavalloni ci mostra in effetti un bel grafico che analizza il saldo delle partite correnti dei "cugini di spreco": ma allora vuoi vedere che il problema della crisi non sta nei conti pubblici ma nel settore privato? E come mai proprio dal 1999? Sono diventati improvvisamente più pigri? Come no, nel 2005 infatti i greci sono stati i cittadini europei che han lavorato di più...
Vuoi mai che sia stata l'entrata in vigore come valuta di cambio dell'euro? Che ha causato un massiccio calo delle esportazioni ed un aumento delle importazioni dalla Germania e dai paesi del Nord Europa?
Non è che ce l'abbia con il bel Fabio "Giorg Cluni" Scacciavilleggianti, però trovo che non sia bello dare dei fannulloni, delle pecore e degli incapaci che producono solo "due formaggi, un po’ d’olio e qualche alcolico imbevibile" ad un'intera nazione.
Tutto qui.

sabato 8 settembre 2012

Il profumo delle cose come stanno

5 stelle brucia

Il Movimento 5 Stelle (abbr. M5S) fondato nel 2009 da Beppe Grillo, è sulla cresta dell'onda dopo i successi alle ultime elezioni comunali.
I cavalli di battaglia sono la democrazia partecipativa e diretta, la battaglia contro i privilegi della politica, l'ecologia e l'economia sostenibile.
La crescita nei sondaggi, fino ad arrivare a punte del 15-20% per la partecipazione alle prossime elezioni nazionali, ha fatto sì che anche media tradizionali, giornali e televisioni, iniziassero a discutere ed analizzare questo fenomeno politico che sul web è una realtà già da qualche anno.
Trattandosi di un movimento politico sostanzialmente ostile a tutte le forze politiche che siedono nell'attuale Parlamento, le 'scaramucce' tramite mass-media sono all'ordine del giorno (si veda il caso Bersani-Grillo).
Le luci della ribalta hanno però anche illuminato i lati oscuri del movimento: nei giorni scorsi, al programma PiazzaPulita su La7 è stato mostrato un fuorionda in cui Giovanni Favia, consigliere regionale da due anni e attivista della prima ora, parla della mancanza di democrazia all'interno del M5S, accusando Gianroberto Casaleggio, curatore del blog beppegrillo.it e titolare dell'azienda che cura il portale delle liste comunali e regionali, di essere la "mente" che prende le decisioni politiche ed organizzative del M5S.
Ovviamente le dichiuarazioni hanno scatenato un putiferio sia al di fuori che all'interno del movimento, con gli attivisti che si dividono in sostanza tra due fazioni opposte: "Favia Traditore" e "Favia ha ragione".
Sul blog di Grillo oggi è stato in effetti pubblicato un intervento che pare mettere alla porta lo stesso Favia, accusato di avere orchestrato tutta la vicenda e di avere organizato il fuorionda per poter effettuare un colpo di mano nel movimento.
Questi, in breve, sono i fatti. Essendo uno che non ama i ragionamenti contorti, mi faccio una domanda semplice: ma ciò che ha detto Favia è vero?
Realtà alla mano, parrebbe proprio di sì. Nonostante da tempo Grillo dichiari che il M5S parteciperà alle elezioni nazionali, forse imminenti, manca un portale web in cui gli attivisti possano proporre, discutere e votare proposte politiche, nonchè decidere candidati.
Il programma nazionale, oltrechè limitato, dato che mancano proposte su, per esempio, politica estera, sanità, immigrazione, politiche del lavoro, scuola ed altre cosette, non è stato scritto dal "popolo del web" o dai "cittadini", ma emanato da Grillo nel 2009 e in seguito non più toccato e/o ampliato da nessuno.
Il marchio del M5S, è di proprietà di Beppe Grillo, che fungendo da Garante con la 'g' maiuscola decide in totale autonomia (a torto o a ragione, poco importa) chi può far parte del M5S e chi no. Le epurazioni di Valentino Tavolazzi (per avere preso parte ad una riunione con altri attivisti) e dell'intero gruppo di Cento di Ferrara per la semplice solidarietà al suddetto Tavolazzi sono casi esemplari.
Del resto è proprio Grillo a parlare continuamente di partecipazione e democrazia diretta: se poi è lui stesso o qualcuno dei suoi collaboratori a non permettere alcuna discussione sull'organizzazione o le proposte politiche, allora è chiaro che si tratta soltanto di ipocrisia e slogan elettorali.
Probabilmente, le cose rimarranno come stanno ed il movimento otterrà comunque successi elettorali, qualche "dissidente" verrà cacciato e le decisioni verranno calate dall'alto. O forse le acque non si calmeranno ed i dissidenti potranno mettere in moto un cambiamento nel M5S che lo porterà a diventare davvero democratico. Voi che ne dite?

PS: tra i commentatori grillini, si sostiene spesso che nel M5S ci sia totale libertà in quanto nelle elezioni comunali non vi sono state ingerenze dei vertici Grillo-Casaleggio. A parte che non è del tutto vero, in diversi casi c'è stato un'intervento dall'alto, si vedano i casi di Genova o Parma. E poi andiamo ragazzi, nelle liste comunali manco Berlusconi ci ha mai messo becco, qui sono in gioco poteri decisionali ben più consistenti, che riguardano la politica a livello nazionale e l'organizzazione interna di una delle maggiori forze politiche del Paese.

giovedì 6 settembre 2012

Heil Luther!

Martin Luther and frau Merkel

Ok è tipico. Nei periodi di crisi parte sempre la ricerca dei colpevoli. La peste poteva essere causata dai Filistei o dai peccatori incalliti, lo sfacelo economico-sociale della Germania degli anni '20 dai giudei cattivi e così via.
Oggi però no, almeno non nell'Occidente civilizzato, democratico e secolarizzato. Giusto? E invece nisba.
Ai tempi della crisi economica, mentre sui giornali della stampa "libera" (da chi?) ci si rivolge ad interi stati europei con il simpatico epiteto di "maiali" (i famigerati PIIGS ovvero Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) quotidianamente si leggono invettive dai toni se va bene paternalistici ("fate i compiti a casa", "guadagnate credibilità", ecc...) e se va male espressamente razzisti.
Spesso prendono piede addirittura pulsioni autolesioniste: persino organi di stampa italiani partecipano alla fiera del luogo comune per spiegare fenomeni complessi, come nel caso di questo strambo quanto pericoloso articolo in cui si sostiene la superiorità culturale "protestante-germanica" rispetto a quella "italo-cattolica".
Strambo perché, come notano alcuni commentatori dell'articolo, in Germania la mentalità cattolica-corrotta-papista dovrebbe essere anch'essa abbastanza radicata, visto che se i tedeschi di fede protestante sono il 31%, i cattolici sono ben il 30%.
Ma soprattutto risulta logicamente traballante il collegamento tra i valori de "lo studio, la morigeratezza dei consumi ed il lavoro come forma di perfezionamento morale" e l'"efficienza della classe dirigente tedesca" che surclassa perciò quella "italo-cattolica corrotta".
Peccato però che alcuni tra i paesi con i più alti indici di sviluppo al mondo, come Cina ed India, abbiano tassi di corruzione altissimi e le loro democrazie lascino ancora "un tantino" a desiderare...
Ed in effetti non si spiega nemmeno come mai l'Italia del Dopoguerra sia riuscita a diventare la sesta potenza industriale al mondo: probabilmente all'epoca la nostra classe dirigente seguiva segretamente corsi di luteranesimo.
Ironia a parte, il punto è che spiegare fenomeni di crisi economica come quelli che stiamo vivendo in questi anni con strumenti socio-culturali, spirituali, filosofici o religiosi è un errore metodologico che si presta a strumentalizzazioni di stampo razzista anche quando le intenzioni sono diverse, come immagino lo fossero per l'autore del pezzo citato ed in molti altri casi analoghi.
Lasciamo perdere la caccia alle streghe, almeno nel 2012, pensiamo a studiare.

P.S. : tengo a precisare che non intendo negare le influenze culturali, religiose e pure filosofiche sulla società, sugli uomini e quindi anche sull'economia: ma una cosa è tenerne conto per analizzare tradizioni, usi, costumi, un altro usarle per spiegare fenomeni di natura macroeconomica.

sabato 25 agosto 2012

Unless you're smoking crack...

Violazione del brevetto

Apple ha vinto la sua "guerra dei brevetti" contro Samsung.
Un grosso passo avanti per una corporation, due passi indietro per chi sviluppa software o ne usufruisce.
Mentre il clamore mediatico declama una guerra senza esclusione di colpi fra due major e nei blog ci si azzuffa per tentare di capire se i tablet Samsung siano effettivamente identici agli iPad o meno, il nodo cruciale della  vicenda ossia la validità del sistema dei brevetti made in USA viene lasciato in ombra.
Apple come tante altre grandi aziende (Samsung inclusa)  utilizza i brevetti come un'arma da brandire contro chiunque possa insidiare il proprio business, in maniera del tutto legale.
Sul perché i brevetti sul software siano estremamente pericolosi per il progresso e la diffusione del software consiglio la lettura di questo articolo di Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation e pioniere del software libero. In italiano, consiglio invece la lettura di questo articolo di Renzo Davoli, docente  del corso di laurea in Informatica a Bologna.
Il problema fondamentale rimane legato alla possibilità mediante brevetto di porre restrizioni all'utilizzo di algoritmi, perché quando si parla di software si tratta in realtà di ciò; e gli algoritmi come spiega il buon Davoli nell'articolo sopracitato, sono come ricette, sequenze d'istruzioni.
Si noti che i brevetti, in particolare nel sistema statunitense, non servono per tutelare la paternità di un software: quello lo fanno tranquillamente anche le licenze copyleft come GPL.
Ma, per rimanere in tema, ad Apple non importa nulla di essere ricordata come "l'azienda che ha inventato il tap to zoom" (mai l'umanità gliene sarà abbastanza grata): semplicemente si vuole cercare di mettere i bastoni fra le ruote ai concorrenti, ove ritenuto necessario.
Il problema comunque dovrebbe essere risolto alla radice reinventando un sistema di licensing che consideri la diversa natura del software e tuteli dalle grinfie dei colossi industriali la libera circolazione della conoscenza e del sapere, prima che vengano brevettati il teorema di Pitagora e la radice quadrata.

martedì 14 agosto 2012

Abbronzatura da paura...


impianti ILVA Taranto

"...con la diossina dell'ILVA.
Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa" 
                                                                                         Vieni a ballare in Puglia, Caparezza

Non c'è alcun scontro tra politica e magistratura. Non c'è alcun protagonismo da parte dei giudici. 
Ci sono invece due perizie, una medica ed una epidemiologica, depositate a Febbraio di quest'anno nell'ambito del processo che vede indagati i titolari ed i vertici dell'ILVA di Taranto per innumerevoli 
capi d'accusa.
Le perizie hanno certificato ciò che già si sapeva da decenni ossia che gli impianti delle acciaierie un tempo appartenenti all'IRI (statale) ed ora del Gruppo Riva uccidono.
Le conclusioni delle perizie, che prendono in esame i dati dell'inquinamento nel periodo 2004-2010, 
sono un pugno nello stomaco. Solo per citare un dato, nei quartieri Borgo e Tamburi che sono i più 
vicini alla fabbrica, ben 91 decessi l'anno sono attribuibili al superamento della quantità di polveri 
PM10 nell'aria. 
Oltre alle malattie per cause respiratorie, sugli abitanti dei quartieri vicini alle acciaierie risultano 
ben superiori alla media anche le incidenze di patologie cardio-vascolari e tumorali.
Ma a quanto pare al governo dei "tecnici" le perizie non interessano, così come a certi presunti sindacati che preferiscono vedere gli operai al lavoro, produttivi ed avvelenati.
Il sequestro degli impianti è invece un atto dovuto da parte del gip Patrizia Todisco, se ancora vige l'art.41 della Costituzione e se non si vuole creare un pericoloso precedente in cui si antepongono
il profitto privato e l'occupazione alla salute ed alla vita dei cittadini italiani.

sabato 28 luglio 2012

Appello: firmate il declino!

La Mano Invisibile

Oggi su diverse testate è stato pubblicizzato un Manifesto contenente 10 proposte per "Cambiare la politica, fermare il declino e tornare a crescere" in Italia.
La proposta si declina come "non ideologica" e né di destra né di sinistra, tantomeno di centro.
Certo a giudicare dai promotori e dagli aderenti qualche dubbio potrebbe sorgere: abbiamo diversi appartenenti al Tea Party Italia, Confindustria, Italia Futura, Adam Smith Society...
Ahi ahi, qui c'è puzza della cara vecchia Mano Invisibile (nell'immagine), che negli ultimi anni sta suonando ceffoni un po' tutti, in particolare a chi è carente di pecunia.
Insomma stiamo parlando delle care vecchie ricette liberiste - Stato, + Mercato. 
Per divertirci, commentiamo le proposte una per una:
  1. Massì, facciamo grano facile: cominciamo a vendere il Colosseo, che ce ne facciamo?
  2. Dagli con la spesa pubblica: ma quindi se diminuiamo non di 6 ma di 30, o 50 punti percentuali il debito pubblico ed arriviamo al 70% del PIL come la Spagna saremo fuori dalla crisi come loro? Comunque non preoccupatevi con un po' di concorrenza tra gli ospedali la sanità funzionerà benissimo. Strano che quei comunisti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità non capiscano...
  3. Bello, tagliamo le tasse e combattiamo l'evasione fiscale. Fantastico. Non ci aveva mai pensato nessuno.
  4. Meno male che è un manifesto non-ideologico. Addirittura il principio Sacro ed Inviolabile della Concorrenza nella Costituzione! Poi tutto andrà bene, perché il Mercato funziona.
  5. "Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro" che in italiano si traduce in "più precarietà per tutti". Tanto il sussidio di disoccupazione non te lo diamo, poveraccio, perché sennò sale il debito pubblico!
  6. Una legge sul conflitto d'interessi...Affascinante. Però poi si parla solo dei conflitti d'interessi dei dirigenti pubblici. Non è che esiste anche, e soprattutto, il conflitto d'interessi dei privati?
  7. Separazione delle carriere, procedimenti disciplinari a carico dei magistrati...anche queste proposte sarebbero nuove, non fossero state il sogno proibito di tutta la maggioranza berlusconiana per 15 anni.
  8. Aria fritta, siore e sioriii, comprateee!
  9. Non si tratta di spendere meno per Università e Ricerca, anzi...occorre spendere meglio. Per spendere meglio, facciamo competere le Università fra loro: pensate che bello, ad esempio, un incontro di lotta greco-romana tra la facoltà di Ingeneria della Sapienza e quella di Lettere di Bologna!
  10. Il Vero Federalismo, capito? Mica quello dei rozzi legaioli, qua non si scherza, pareggio di bilancio o morte!
C'è poco da fare, questi sono così: adorano dare la colpa di tutto alla spesa pubblica, eccetto quella "buona" per "modernizzare il Paese" in stile Tav o ponte sullo Stretto.
Comunque sia, in bocca al lupo per  la vostra rivoluzione, cari liberisti alle vongole, buona distruzione dello Stato sociale a tutti!

martedì 24 luglio 2012

Le origini della crisi


Mentre le borse sono in subbuglio ed il famigerato spread si appresta a tornare ai livelli di Gennaio, credo sia opportuno buttare giù due righe per cercare di capire cosa sta succedendo. Di manualetti del tipo "crisis for dummies", nonché articoli e saggi in merito sul Web ce ne sono parecchi, ma volevo segnalare in particolare questo paper del prof. Alberto Bagnai dell'Università di Pescara, che svolge da ormai un anno una (IMHO) importante opera di divulgazione sul suo blog Goofynomics.
Pur non essendo un esperto della materia e non possedendo il tempo e le capacità di verificare tutte le fonti, ho trovato ben documentate le tesi del prof. Bagnai, in lievissima controtendenza rispetto alla vulgata attuale che si può riassumere (si fa per dire) leggendo le omelie domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica.
Alla base della crisi iniziata nel 2008, deflagrata con lo scandalo dei mutui subprime per approdare poi nel Vecchio Continente, secondo il professore starebbe l'accumulo di debito estero da parte dei paesi europei cosiddetti "periferici", tra cui i famosi PIIGS.
Il debito pubblico in questi paesi infatti, o meglio ancora il rapporto debito pubblico/PIL, sebbene consistente (in particolare in Italia), non è variato in maniera significativa negli ultimi 10-15 anni, mentre proprio con l'introduzione dell'Euro si è assistito ad un esplosione di debito prevalentemente privato, finanziato dai paesi centrali dell'Europa, in particolare dalla Germania.
Questo si può verificare controllando il saldo commerciale tra importazioni ed esportazioni negli ultimi anni della Germania stessa, verificando in effetti come un significativo incremento dell'export verso i paesi periferici abbia consentito, unitamente a politiche di repressione interna della domanda per mantenere le importazioni al minimo, un'espansione "mercantilista" a danno diretto dei debitori meno "virtuosi".
La moneta unica risulterebbe così un'ottima indiziata per quanto riguarda il peggioramento della bilancia commerciale dei PIIGS (a favore di quella tedesca) proprio negli anni successivi alla sua entrata in vigore.
Ora l'Euro, così come le politiche scellerate del governo Monti, fiscal compact su tutte, hanno l'effetto di un cappio al collo che si restringe, da un lato perché si gambizzano i risparmi ed i consumi privati per rinfondere il debito pubblico proprio nel momento meno opportuno e dall'altro perché non è possibile effettuare una qualsiasi politica monetaria ausiliaria, per esempio una maxi-svalutazione come quella avvenuta in Italia nel '92 (con buona pace dei terroristi).
Cosa si può fare nell'immediato? Beh, poniamo il problema ai nostri rappresentanti istituzionali eletti nella BCE e partecipiamo al dibattito. Come dite? Non ci sono eletti nella BCE? Uhm...Proviamo col governo italiano! Ah, no è vero anche lì nisba...
Appena mi viene una buona idea metto un post, non preoccupatevi.

lunedì 16 luglio 2012

Profumo, bastone e carota



In Italia ci sono troppi studenti universitari fuori corso, circa il 40% degli iscritti (dati Istat).
Per il ministro della Pubblica Istruzione Profumo occorrono un po' di bastone e carota, per esempio si potrebbero alzare un po' le tasse per chi non rispetta i 'tempi'. Ora è evidente che i casi sono due: o ha ragione Profumo e in Italia gli studenti fuori corso sono tanti perché culturalmente/geneticamente pigri (sulla scia del Fornero-pensiero sul salario minimo) oppure si tratta di vaccate senza fondamento, il bastone e la carota potrebbero essere riposte da Profumo in quel famoso posto ed il problema è invece strutturale.
Confrontando il nostro sistema universitario con quelli dei paesi stranieri, UE e USA in primis, verrebbe proprio da pensarla in questo modo: il sistema italiano ad appelli in cui la valutazione degli studenti avviene mediante singole prove scritte o (in prevalenza) orali, è infatti decisamente meno qualitativo (e qualificante) rispetto all'utilizzo di prove intermedie, quali homeworks, progetti interdisciplinari ed approfondimenti su argomenti specifici dei corsi.
Di fatto, all'estero si viene "obbligati" a studiare seguendo attivamente le lezioni, anziché riducendo buona parte dei corsi ad una serie di consigli bibliografici.
Peccato che per svolgere mansioni di questo tipo occorra personale preparato, ossia docenti e tutor: in Italia invece il rapporto tra il numero di docenti e quello di studenti è bassissimo e se si aggiunge che le infrastrutture sono inadeguate (laboratori ed aule, ma anche trasporti pubblici ecc..), la frittata è fatta.
A questo proposito, non crede il ministro che avere una spesa pubblica per l'istruzione tra le più basse d'Europa possa incidere in questo senso?
Magari, la butto lì, anche il fatto che nel mondo del lavoro non vi sia posto per neolaureati, nemmeno per quei pochi che ci sono, con la disoccupazione giovanile al 30%,  non incoraggia i giovani a completare gli studi: del resto che senso ha aspettare e fare il pizzaiolo con una laurea in Ingegneria in tasca quando puoi fare il cameriere subito?

venerdì 6 luglio 2012

Due etti di cultura, quanto fa?

ebook vs book


Su Giap, il blog del collettivo di autori Wu Ming, alfieri della New Italian Epic, è stata postata un'intervista de La Repubblica, preceduta da una discussione sugli stessi temi che riguarda il futuro, immediato e non, dell'editoria.
Partendo dai dati dell'Operazione Glasnost, ovvero la pubblicazione dei dati di vendita di Wu Ming, ci si è accorti di come, a fronte di un aumento significativo dei download (gratuiti) delle opere del collettivo, le vendite delle stesse in formato cartaceo siano calate drasticamente.
La discussione verte sul futuro dell'editoria, in particolare quella nostrana e sulle modalità di fruizione, consumo e accesso ai libri/e-book e più in generale alla cultura e consiglio a tutti di partecipare attivamente.
La nota positiva è la volontà degli autori di mettersi in discussione ed interrogare la community stessa del blog per capire, in sostanza, come guadagnarsi la pagnotta mantenendo la circolazione libera e gratuita dei contenuti.
Per onestà intellettuale, Wu Ming 1 ammette che il problema  è causato sostanzialmente dalla crisi e che anzi, mediante la possibilità di download gratuito si sia ottenuto un ritorno di immagine che per anni ha giovato anche economicamente, promuovendo gli acquisti delle edizioni cartacee.
Consiglio la lettura in particolar modo a chi, suo malgrado, ascolta ex artisti, artisti o presunti tali lamentarsi della Rete cattiva, della pirateria (brrr...) e compagnia bella, rimpiangendo i bei tempi in cui Shakira e Bruno Vespa potevano fare (ancora più) soldi.
Buona lettura, è il caso di dirlo.

mercoledì 27 giugno 2012

Lacrime di Polillo


Ci risiamo. Dopo il caos sugli esodati, gli attacchi all'art.18 e il salasso IMU, arrivano nuove chicche dal governo Monti.
Il sottosegretario all'Economia Polillo ha dichiarato che gli italiani lavorano troppo poco.
Ora, non è che facendo parte di un governo di supertecnici e facendo il sottosegretario all'Economia, Polilldebba sapere qualcosa di economia, sarebbe troppo.
Però potrebbe evitare almeno di sparare spacconate da bar (anzi no, non offendiamo gli avventori dei bar, che lo caccerebbero a pedate).
A me piace far parlare i numeri, per cui ecco i dati OCSE del 2010 sulle ore lavorate (per addetto) nei paesi UE:

OCSE ore lavorate per addetto 2010

Si noti come non solo in Italia si lavori di più che nei più ricchi paesi del Nord Europa, ma come in testa alla classifica ci siano i famigerati 'fannulloni' greci.
Polillo sostiene anche che il livello salariale sia troppo alto: ecco qui i salari medi lordi del 2010, a parità di potere d'acquisto:


OCSE salari medi per addetto 2010

I dati si commentano da soli e bisogna considerare che negli ultimi due anni la situazione è peggiorata:
per conferma, basta guardare i più recenti dati OECD.
A Polillo e al ministro Fornero, che dice che il lavoro va guadagnato, consiglio di guardare i dati meglio e magari ripassare qualche testo di economia aggiornato perlomeno al dopoguerra: imparerebbero che, come si evince anche dalle statistiche, è la produttività che fa la differenza, non la quantità di lavoro, tanto più a fronte di una disoccupazione alta come la nostra. Vogliono fare qualcosa in questo senso?
O invece l'unica idea che hanno per sviluppare l'economia è quella di far concorrere i salari dei lavoratori italiani con quelli cinesi, thailandesi e vietnamiti?
Nel caso, possono pure levare il disturbo.

lunedì 25 giugno 2012

Tasse, Lavoro e Squinzilie varie



Alcuni giorni fa, all'assemblea annuale di Confindustria, il neo-presidente Giorgio Squinzi ha affermato che la pressione fiscale sulle imprese è "intollerabile", tra le più alte al mondo.
Sbalorditivo! Ma che cosa intende Squinzi con il "68,5% di tassazione reale"? Il dato, riportato a pappagallo sui maggiori quotidiani nazionali, indicherebbero secondo i confindustriali e i loro sodali, che la tassazione è troppo alta, ed è quindi necessario "riformare il fisco": tradotto significa semplicemente meno soldi da pagare allo Stato per le imprese.
Ma andiamo a vedere i numeri a sostegno della tesi del buon Squinzi.
Egli si riferisce in realtà ai dati della World Bank 2011 ed il dato che menziona è riferito alla tassazione espressa come -Total tax rate (% of profit)-.
In sostanza, un'impresa italiana mediamente paga al fisco una quantità pari al 68,6% dei propri profitti.
In effetti la percentuale è alta, anche se siamo in buona compagnia: la Francia per esempio riporta il 65,8%.
Il problema è che in realtà il dato percentuale è piuttosto alto non perché il costo del lavoro sia alto, ma soprattutto perché da molti anni i guadagni delle imprese italiane sono in costante diminuzione.
Il costo del lavoro reale, in Italia, è di 26,8 euro all'ora,inferiore a quello dell'Europa a 17 (27,6 euro/h) , ed appena superiore a quello dell'Europa a 27 ( 23,1 euro/h) ( (dati Eurostat 2010).
Il dato tiene conto di retribuzione lorda (ovviamente la fetta più grande), tredicesima, TFR, ferie, eventuali straordinari e contributi sociali: non si scordi che spesso si parla dell'IRAP come di un balzello inutile, dimenticando che è grazie a quello che si contribuisce per circa il 40% all'assistenza sanitaria .
Il costo del lavoro reale è perciò basso, soprattutto considerando che nell'Europa a 17 vi sono paesi in cui il costo della vita è sensibilmente inferiore al nostro (come ad esempio Slovenia, Slovacchia, Grecia...).
Senza contare inoltre che nelle statistiche non si considerano le imprese con meno di 9 dipendenti, che in italia, sono molto di più che nei paesi UE: in queste, le retribuzioni sono ancora più basse.
E non viene considerato nemmeno il lavoro nero o l'evasione fiscale!
Perché allora, se il costo del lavoro risulta allineato alla media europea, le imprese del Belpaese faticano a tenere il passo? Perché manca la competitività?
I motivi sono molteplici, a partire da quelli macroeconomici, ma anche a burocrazia, assenza di una politica industriale decente, mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo, carenza di innovazione e di sfruttamento del lavoro altamente qualificato.
E qui Squinzi, e con lui la classe dirigente dell'industria italiana, dovrebbe recitare il mea culpa spiegando come mai, negli ultimi venti anni, abbiano puntato tutto sulla delocalizzazione, il lavoro precario (a proposito, non doveva portare ad un aumento della produttività quello?) e la stagnazione dei salari, ora tra i più bassi in Europa.
Avanti così, il modello cinese ci salverà!

giovedì 21 giugno 2012

@Keywords: CIA, Mossad, NWO, Goldman Sachs



Oggi voglio fare un'apologia dei cosiddetti complottisti. Perchè se lo meritano. 
Ogni giorno sul web vengono bistrattati, insultati, tacciati di trollaggio.
Ma in effetti vogliono solo parlarci. Dirci la loro Verità, che magari è una stronzata. Non potranno mai nemmeno dimostrarla.
Eppure la sanno, mentre noi no, perchè ci piace credere alle balle di (qualche) Sistema. E quando ci azzeccano?
Ecco alcuni dei padri nobili del complottismo, nella speranza che possano continuare ad essere d'ispirazione nel cammino verso la Luce.

Leonardo Vitale

è stato il primo vero pentito di Mafia. Dopo 13 anni di carriera da "uomo d'onore" decise di raccontare tutto alle autorità,
svelando alla polizia i legami tra personaggi come Totò Riina, Pippo Calò e Vito Ciancimino.
Risultato: dopo varie perizie psichiatriche, fu rinchiuso per 10 anni nel manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Sulla sua vita un romanzo ed un film omonimo, L'uomo di Vetro. Un'altro video che lo riguarda è tratto da una puntata televisiva di Blu Notte del 2009.

Kurt Gerstein

Membro delle SS, nel 1941 scoprì il reale utilizzo dello Zyklon B nei campi di concentramento.
Entra in contatto con le gerarchie vaticane ed i governi degli Alleati, raccontando la vera natura dei campi di sterminio.
Gli avvertimenti rimasero inascoltati, mentre Gerstein morì a Parigi in prigione nel 1945 per  presunto suicidio.

Pier Paolo Pasolini

Il grande artista, in un articolo sul Corriere della Sera del 1974, lanciò un pesante j'accuse verso quelli che secondo lui sono i "poteri forti" che si nascondevano dietro la strategia della tensione. C'erano proprio tutti: Cia, Mossad, neonazi, mafiosi, servizi segreti (deviati?), membri delle gerarchie clericali. Non un solo nome di persona o una traccia concreta. Eppure, come egli stesso ammetteva:

Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.

In bocca al lupo ragazzi, siate degni eredi di questi martiri della Verità.
E se sbagliate, beh, in fondo mica fate del male a nessuno, no?

martedì 19 giugno 2012

La Scuola anacronistica



Maurizio Chierici si domanda sul Fatto come mai nelle scuole italiane l'insegnamento della Storia termini sistematicamente una volta trattati gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, o tutt'al più all'immediato dopoguerra. Me lo domando anch'io.
Perchè mai un bambino di terza elementare può imparare nei dettagli il processo di mummificazione, mentre molti ragazzi che hanno passato la maturità non conoscono nemmeno il periodo in cui si è svolta la Guerra del Vietnam (e talvolta nemmeno dove!)?
La Costituzione, questa sconosciuta? E la Guerra fredda, il '68, Martin Luther King, il '77, le lotte operaie, la strategia della tensione, il terrorismo, Piazza Fontana, il Reaganismo, la globalizzazione?
C'è chi sottolinea come in effetti dal 1945 ad oggi si viva in una sorta di strano limbo spesso considerato anche da molti storici come "fuori dalla storia", ma in effetti questa è una visione come minimo riduttiva e parziale anche dello stesso mondo occidentale.
Resta comunque un problema enorme: se uno degli obiettivi acclarati della disciplina storica è fornire gli strumenti necessari per leggere le vicende contemporanee, come mai non vengono date nozioni basilari di politica, economia, geografia e cultura?
Per fare un paragone con la genetica, gli eventi del mondo contemporaneo sono figli di quelli avvenuti negli ultimi 50-60 anni, ed i "caratteri ereditari" proverranno prevalentemente da essi.
Mancano gli strumenti critici necessari? Non si dispone di informazioni "oggettive" e "depurate da visioni ideologiche"(??)?
O invece, come scrive qualcuno nei commenti all'articolo di Chierici, se sono un prof. e spiego agli studenti che dalla formazione dello stato di Israele si sono succeduti massacri di civili palestinesi imponenti, qualcuno si potrebbe arrabbiare e darmi dell'antisemita?
Se come studente chiedo di Vito Ciancimino e del sacco di Palermo nei '60, il mio vecchio professore democristiano poi mi rimanda a settembre?
Non vorrei crederlo, significherebbe che forse non siamo in una democrazia come immaginavamo.
Che quando parliamo di "senso critico" in realtà ci riempiamo soltanto la bocca di belle, quanto vuote parole.

mercoledì 13 giugno 2012

Basiano chiama Italia



A Basiano (MI) è Resistenza.
Due giorni fa, poco prima delle 8, sono iniziati gli scontri tra le forze di polizia in assetto anti-sommossa ed i lavoratori, soci della cooperativa Sinergy, mentre questi ultimi tentavano di bloccare l'uscita delle merci dal centro di smistamento per la catena di supermercati Il Gigante.
Il giornale online Linkiesta dedica un articolo molto interessante riguardo a questa situazione che è lo specchio di un Paese ormai alla frutta.
Mi limito a sottolineare come:
  • I poliziotti in tenuta anti-sommossa non dovrebbero essere impiegati in situazioni di sciopero come questa, ben sapendo che l'epilogo non potrà essere migliore di quello visto e stravisto.
  • La Sinergy è controllata dall'Alma Group Spa, che ha deciso di non ricollocare i lavoratori contando sulla cassa integrazione: questo la dice lunga sull'obbrobrio a norma di legge che sono questi 'consorzi', i quali controllano cooperative come se fossero burattini facendo il bello ed il cattivo tempo. 
  • I nuovi 'assunti' per sostituire i lavoratori licenziati percepirebbero circa 4 (quattro) euro all'ora.
  • Natale Sartori, amministratore unico dell'Alma Group, amico e socio d'affari del mafioso Vittorio Mangano (sì, quello) e di Marcello Dell'Utri condannato per corruzione, in un paese civile, non dovrebbe amministrare nemmeno un condominio.
A rimetterci sono, come al solito, le categorie sociali più deboli, in questo caso gli immigrati: la gran parte dei lavoratori coinvolti è di origine egiziana o pakistana.
Dato che l'incidenza statistica è elevata, questo dato cosa significherà? C'è un problema politico e sociale?
O semplicemente tra gli stranieri è molto alto il tasso di masochisti che amano essere sfruttati e manganellati?
Ai posteri l'ardua sentenza...

martedì 12 giugno 2012

Fratelli di faglia


L'Italia trema.
Ormai è un dato di fatto. E l'Emilia ne è il cuore pulsante, mai come in questi giorni.
L'Emilia come il Giappone, comincia in questi giorni ad abituarsi ad un continuo tremore,
nella mente prima che nelle fondamenta delle sue case, delle sue fabbriche,
dei suoi uffici o dei suoi caseifici.
L'Emilia orgogliosa, la gente concreta, volontariato e sociale (non socialismo per carità),
lo Stato non vi abbandona.
La voglia di ripartire, la Commissione Grandi Rischi ed i sindaci incazzati.
Meglio una commessa oggi o un'ecatombe domani?
Ecatombe, etimologicamente:
 'presso gli antichi Greci, un'offerta di cento buoi agli dei'.
Quali sono oggi i nostri dei? Basta ascoltare le litanie ed i canti di adorazione dei loro
fedeli per conoscerne i nomi: Progresso, Sviluppo, Ripresa...
Un pantheon ricco, ma monocorde: si somigliano tutti, un po' come chi li prega.
Un'appello agli infedeli: tgnì bòta, ragas.